25 October 2013

VALTER LUCA SIGNORILE / “je ne serai pas seul tant que tu me couvriras” / 2013


”….la possibilità di applicare la psicoanalisi ad altri campi del sapere, diversi da quello specificamente clinico, comporta una "tentazione irresistibile" e insieme un "imperativo scientifico….." S. Freud (1932).


tipologia _ installazione performativa

elementi _ un corpo a terra | 47 coperte isotermiche | televisore | lettore dvd | video dvd loop

descrizione _ 47 coperte isotermiche vengono disposte con l’intervento del pubblico una sopra l’altra coprendo un corpo a terra, un televisore manda in loop un video nel quale un uomo urla in maniera scomposta ed intermittente.

sinossi _ la performance riconduce essenzialmente al contesto psicoanalitico richiamato con la struttura di un rito attraverso l’utilizzo di strumenti di percezione e coinvolgimento sia individuali che collettivi.
Ernesto De Martino, antropologo ed etnografo, chiamava “crisi della presenza” quei momenti della vita nei quali l’uomo, trovandosi di fronte ad eventi traumatici connessi alla propria esistenza o alle proprie relazioni, tra cui fondamentalmente quello della morte ( ma non solo, malattie, conflitti, migrazioni, interruzioni relazionali etc.) sente su di sé la minaccia della propria integrità psicofisica, del proprio agire, nonché una forte sua esclusione sia come elemento collettivo sia come parte del contesto storico di cui fa parte. Ed è proprio con  il rito che, secondo De Martino, l’uomo  reagisce e recupera coscienza e forza (gli stessi Durkheim e Malinowski riconoscono nel rito una funzione sociale e comunitaria).
In particolare In “Morte e pianto rituale. Dal lamento funebre antico al pianto di Maria” 1958, egli affronta
il senso della morte di Cristo in rapporto alla condizione esistenziale dell’uomo nel mondo e al momento
traumatico della esperienza della morte dei propri cari.
Nella particolarità di questo intervento performativo del quale rimane come elemento strutturale l’installazione priva del corpo, il pianto è sostituito dall’urlo (video) che intende rappresentare di per sé la coscienza (se non anche la memoria) ricordando con forza e potenza all’uomo “non cosciente” la necessità di un risveglio e transitoriamente di una rinascita mentre il corpo deposto induce alla duplice interpretazione del sonno o della morte  evocando attraverso la stratificazione delle copertura il sentimento di protezione e distacco di cui esso necessita nella sua relazione con l’altro.

Fonti bibliografiche http://it.m.wikipedia.org/wiki/Ernesto_de_Martino