16 December 2011

CACT Edition #1

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Il CACT Centro d'Arte Contemporanea Ticino ha il piacere di presentare al suo fedele pubblico l'Edizione CACT #1.

Essa è un portfolio contenente 4 acqueforti di medio formato dell'artista Francesca Guffanti.
Si tratta di un'edizione in tiratura di 7 esemplari, stampata dal laboratorio L'Impressione di Franco Lafranca, Locarno.

Ogni acquaforte è firmata, numerata da 1 a 7, e datata dall'artista.


CHF 1'350.- / EUR 1'105.-

































  
CACT Centre of Contemporary Art in Canton Ticino is pleased to present to its public the CACT Edition #1.

It is a portfolio containing 4 middle-size etchings by the artist Francesca Guffanti.

It is an edition of 7 printed by the professional Lab L'impressione of Franco Lafranca, Locarno

Each etching is signed, numberede from 1 to 7 and dated by the artist.
 
CHF 1'350.- / EUR 1'105.-























Informazioni / information:

CACT Centro d'Arte Contemporanea Ticino
Via Tamaro 3
CH-6500 Bellinzona
+41 (0)91 825 40 85
info@cacticino.net

17 November 2011

Zygmunt Bauman all'Università Svizzera Italiana di Lugano.

Incontro con Zygmunt Bauman: 

"la modernità tra interregno e incertezza"




Un estratto audio dell'intervento del Prof. Bauman
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Il testo di Giovanni Zavaritt sul Corriere del Ticino del 17 novembre 2011
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PER LEGGERE IL TESTO!







01 November 2011

RITRATTI. LO SGUARDO RIFLESSO al CACT Centro d'Arte Contemporanea Ticino

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Pier Giorgio De Pinto, Strange Fruits, 2011

RITRATTI. LO SGUARDO RIFLESSO.
Jon Campbell, Andrea La Rocca

Project room: Pier Giorgio De Pinto_Strange Fruits 

Vernissage__sabato 3 dicembre 2011 alle 17:30

3 dicembre 2011 – 5 febbraio 2012 
[chiuso per festività natalizie dal 23 dicembre 2011 al 6 gennaio 2012] 

Ve-sa-do_14:00-18:00 


Dopo la mostra I RIFLESSI DELL’ACQUA LENISCONO I SEGNI, il cui tema si coagulava attorno al concetto di storia e di coscienza storica, di viaggio, di erranza e diaspora come indispensabile evoluzione osmotica, RITRATTI. LO SGUARDO RIFLESSO intende affrontare il tema universale del ritratto e dell’autoritratto: non già attraverso una lettura strettamente tradizionale e storica, bensì analitica.

Gli artisti in mostra sono Jon Campbell (D, 1982), Pier Giorgio De Pinto (CH, 1968), Andrea La Rocca (I, 1983).

 Andrea La Rocca, Protège-moi, 2011


Affrontare il tema del ritratto oggi non è possibile, senza considerare un tardo 800 e un 900 che hanno, attraverso il concetto di avanguardia, soggettivato non solo l’arte, bensì anche – giocoforza – la maniera di guardare e vedere un’immagine. Se la filosofia riconosce nel ritratto una mera rappresentazione del reale, per la psicoanalisi d’inizio secolo l’approccio iconologico all’immagine diviene più complesso, per quanto attiene alla frammentazione continua tra io e sé, tra reale e surreale e/o iperreale.

 Andrea La Rocca, Onan, 2011 (video)


Riposizionarsi oggi entro un ambito inafferrabile come quello del linguaggio artistico, e in un’epoca di grandi mistificazioni comunicazionistiche, finanziarie e, più genericamente, meramente virtuali, diviene processo interpretativo necessario.

Se da un lato Jon Campbell si sofferma sul concetto di identificazione col modello ritratto attraverso l’uso di un mezzo tradizionale quale la pittura figurativa, Andrea La Rocca fonde, in tre sale, le sue ossessioni sessuali riflesse nel ritratto comportamentale di una società borghese (e dei suoi paradossi) attraverso un approccio analitico verso una ridefinizione delle identità comportamentali e sociali. Tre sale per, rispettivamente, il ‘maschile’, il ‘femminile’ e la ‘darkroom’ quale momento di sublimazione erotica e di fusione dei generi, nonché tra spettatore e artista. I mezzi ch’egli utilizza sono svariati, fotografie, disegni, video, elementi di luce a ricreare spazi infiniti di percezione interiore all’interno di uno spazio finito quale è il confine di un museo.

 Pier Giorgio De Pinto, Strange Fruits, 2011


Pier Giorgio De Pinto, con un progetto dal titolo STRANGE FRUITS, riassume più spazi mediali. Proiezioni video e disegni con grafite su carta nera sono principalmente i suoi specifici mezzi di produzione. La mappatura del corpo come genius loci personale riferito ad una psico-geografia ben precisa è tra i suoi temi, cui l’artista sta lavorando prendendo spunto tematico dal mondo televisivo e dal cinema, o, anch’egli, dal societale che ci circonda. Se l’uso del corpo è stato per tanti anni banalizzato proprio dalla televisione e dal mezzo di comunicazione di massa, ecco che De Pinto ribadisce l’importanza fondamentale del linguaggio artistico per rielaborare analiticamente ciò che per anni ha funzionato come iconografia dominante e stereotipo del comportamento umano e sociale. Ridare quindi provocatoriamente un significato iconologico e politico all’immagine.

 Andrea La Rocca, Protège-moi, 2011


Tre artisti e tre linguaggi diversi per esprimere in maniera approfondita il guardare, l’osservare e il rappresentare in maniera irreversibile, circolare e intercambiabile, l’altro, gli altri e se stessi, la società in cui viviamo e che si guarda riflessa in noi. Campbell lo fa attraverso un piacevole e interessante ritorno retroguardista alla figurazione e al modello da compenetrare; La Rocca, attraverso un costante processo di performativa marginalizzazione dei mezzi di produzione entro un’evoluzione liquida dell’installazione/performance; De Pinto vanificando la dicotomia sempre più marcata tra società reale e virtuale, tra produzione delle immagini stereotipate, reinserendo nel suo discorso lo sguardo vigile dello spettatore.

30 October 2011

SHUNGA la CACTyou! Fanzine #4 a firma di Massimo Vitangeli

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Sta per uscire la CACTyou! Fanzine numero 4 interamente realizzata dall’artista Massimo Vitangeli.


Massimo Vitangeli, SHUNGA, CACTyou! Fanzine #4, 2011


Così si esprime lo stesso artista sul suo prodotto artistico-editoriale:


[…] Shunga è l’espansione di In Cold Blood, un lavoro costituito da una serie di stampe erotiche presentate in occasione della mia personale al CACTicino nell’ottobre del 2010. Gli Shunga, termine giapponese che letteralmente significa “immagini della Primavera”, sono opere a soggetto erotico considerate oggi tra le più significative espressioni della corrente artistica dell’Ukiyo-e -mondo fluttuante- del periodo Edo. All’epoca vennero considerati immagini di carattere pornografico in dissenso con la dogmatica morale neoconfuciana, sostenuta dalla casta dei Samurai che controllava il governo centrale del Giappone. Gli Shunga furono espressione di un’ideologia e suggeriscono particolari analogie con la contemporaneità nella quale echeggia la filosofia del flusso e della trasformazione, che si oppongono alla pesante oppressione che esercitano il sociale e la politica sul ruolo e sull’identità. Per questo ed altri motivi, ostaggio del destino, ho voluto ideare la fanzine qui, in Ticino, tra gli echi che scivolano immanenti dal Monte Verità, a me molto caro. Per sentirmi un po’ libraio ambulante a prestito di edizioni erotiche per un pubblico di amatori d’arte, e per avere gli Shunga nel mio baule di guerriero per preservarmi dalla distruzione e condurmi alla vittoria, come accadeva nel periodo Edo. E anche per la fortuita coincidenza della mostra Shunga. Arte ed eros nel Giappone del periodo Edo all’Heleneum di Lugano, inaugurata nell’ottobre del 2010, poco dopo la mia. Ma soprattutto per avventurarsi dove la nostra coscienza non arriva, con una visione astigmatica della realtà. […]


Massimo Vitangeli, SHUNGA, CACTyou! Fanzine #4, 2011



SHUNGA the CACTyou! Fanzine #4 by Massimo Vitangeli

The CACTyou! Fanzine number 4 will be released within few days. It is entirely conceived and made by the Italian artist Massimo Vitangeli.





The artist himself so explains his artistic-editorial work:


[…] Shunga is the extension of In Cold Blood, a work comprising a series of erotic prints presented in my one-man show at the CACTicino in October 2010. Shunga is a Japanese term that means literally “image of Spring”: Shungas are works with an erotic topic that are now considered to number among the most significant expressions of the Ukiyo-e – or “floating world” – art movement from the Edo period. At the time, they were considered to be pornographic images that dissented from the dogmatic neo-Confucian morals supported by the caste of the Samurai that controlled Japan’s central government. Shungas were expressions of an ideology and hint at certain analogies with the contemporary world, with its echoes of the philosophy of the flow and of transformation opposing the heavy oppression exercised by social and political scales on the individual’s role and identity. For this and other reasons, as a hostage of destiny, I decided to conceive a fanzine here, in Ticino, between the echoes that slide immanently from the slopes of Monte Verità, which is so dear to me. So as to feel myself a little like a travelling bookseller and lender of erotic publications for a readership of art lovers and to have Shungas in my warrior’s trunk, preserving me from destruction and leading me to victory, as used to happen in the Edo period. And also because of the fortuitous coincidence with the exhibition Shunga. Art and Eros in Edo Period Japan at the Heleneum in Lugano, which opened in October 2010, shortly after mine. But above all to venture where our conscience does not take us, with an astigmatic view of reality. […] Massimo Vitangeli (translation Pete Kercher)


Massimo Vitangeli, SHUNGA, CACTyou! Fanzine #4, 2011