19 September 2012

BYOB (BRING YOUR OWN BEAMER), Festival des Arts Visuels de Vevey

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Vevey, 27.09.2012, Le Champignon, rue de la Madeleine / rue du Torrent.


BYOB (Bring Your Own Beamer) - Malibu Mermaid, a cura di Stéphanie Serra e Manuel Sigrist.


BYOB (Bring Your Own Beamer) Vevey è l’idea di una serata effimera di proiezioni, un’esplosione d’immagini in un spazio grezzo e insolito. ‘Le Champignon’ (il fungo), un vecchio percheggio bianco e dismesso risalente agli anni ’30, diventerà un museo aperto per una notte. L’odore di sogno californiano, di un vecchio stile pin up hollywoodiano, di spiaggia di fine estate, costituisce il set di questa notte. Per il resto, ognuno di noi ricorda che siamo nel 2012 e che gli artisti sono pronti per rivisitare il tempo, tralasciando l’ombra dell’epoca per reinventare l’immaginario dello spazio.
Durante l’ultima settimana del Festival Images di Vevey, nel mezzo di una città abitata da immagini fotografiche, una finestra è data a una ventina di artisti provenienti da Vevey, dalla Svizzera e perfino dall’Europa, con lo scopo di incontrarsi per quest’occasione e inventare un’esposizione di una notte. Poiché il Festival propone un'esposizione guida dal titolo SHOOT! – The essentialist photography per la cura di Clément Cheroux e che mette in mostra artisti quali Christian Marclay, Roman Signer o Niki de Saint Phalle, BYOB (Bring Your Own Beamer) ha quale scopo di continuare lo shooting attraverso proiezioni video per la durata di una notte.
Tenetevi pronti! Dal pavimento fino al soffitto, senza restrizioni, le immagini e i suoni si fondono, si contaminano vicendevolmente. Cosa avranno immaginato gli artisti? Cosa proporranno? Cosa ci si aspetta? È una sorpresa perfino per noi. Non sappiamo, nessuno sa, nemmeno gli artisti.
Carte Blanche è stata data a Raquel Banea, Estelle Bourdet, Ricardo DaSilva, Pier Giorgio De Pinto, Chloe Delarue, Simon Deppierraz, Jacques Duboux, David Excoffier, Julien Gremaud, Emilie Guenat, Thomas Koenig, Maud Lemonnier, Celine Masson, Collectif Metahub, Piera Peca, Delphine Renault, Maya Rochat, Lisa Roehrich, Rebecca Salvadori e Camille Scherrer per sorprenderci.
Ogni ora l’insieme scenografico cambierà, le immagini verranno proiettate su muri ogni volta diversi e il significato si trasformerà ogni volta e ripetutamente fino a mezzanotte.
A proposito di BYOB: l’artista Rafaël Rozendaal (*1980), creò per la prima volta a Berlino nel 2010 una possibilità d’esposizione applicabile al riutilizzo; proposta, la sua, che verrà in seguito ripresa e/o rifiutata da più parti nel mondo. Uniche regole imposte: trovare uno spazio – invitare molti artisti – chiedere loro di portare con sé il loro beamer e proiettare.




Un'opera interattiva di Pier Giorgio De Pinto


BYOB (Bring Your Own Beamer) Vevey is the idea of an ephemeral projection night, an explosion of images in a raw and unusual space. “Le Champignon” (the mushroom), an old white public covered parking lot from the 30's will become an open museum for the night.

A smell of California dreaming, of old style Hollywood pin up, of seaside and of end of summer, that's for the setting. For the rest, one remembers we are in 2012, and artists are ready to revisit time, to let shade away that glossy feeling to reinvent the imaginary of the space.
During the last week of the Festival Images in Vevey, in the middle of a city full of still pictures, a window is given to twenty artists from Vevey, from Switzerland and even from Europe, to meet for the occasion and invent a one night show. As the festival proposes a main exhibition SHOOT! – The essentialist photography curated by Clément Cheroux with artists such as Christian Marclay, Roman Signer or Niki de Saint Phalle, this one night event will continue the shooting.
Get ready! From floor to ceiling and without any restrictions, images and sounds will meet, mix and contaminate each other. What will they imagine? What will they propose? What is there to expect? That's a surprise even for us. We don't know, no one knows, not even the artists.

































A work by Rebecca Salvadori

Carte Blanche were given to Raquel Banea, Estelle Bourdet, Ricardo DaSilva, Pier Giorgio De Pinto, Chloe Delarue, Simon Deppierraz, Jacques Duboux, David Excoffier, Julien Gremaud, Emilie Guenat, Thomas Koenig, Maud Lemonnier, Celine Masson, Collectif Metahub, Piera Peca, Delphine Renault, Maya Rochat, Lisa Roehrich, Rebecca Salvadori and Camille Scherrer to surprise us, and every hour the setting will change, the images will be projected on other walls and the whole meaning of the first proposal will switch to another one, and another one, and again until midnight. 
About BYOB: In 2010, RafaëlRozendaal (*1980) created in Berlin this possibility of an exhibition with a ʻreusableʼ concept, possibility that was then right away taken and reused all over the world. Only imposed rules of the game: find a space, invite many artists, ask them to bring their projectors.

Curated by Stephanie Serra and Manuel Sigrist


18 September 2012

FIORENZA BASSETTI alla Casa Pasquée con FUN & JUX


FUN & JUX__Fiorenza Bassetti


CASA PASQUÉE, Lugano-Massagno

Inaugurazione: mercoledì 19 settembre ore 18.00

20 settembre-21 ottobre 2012
Orari: martedì-venerdì 17-20 / Sabato 15-18 / Domenica 10-13



Negli spazi di Casa Pasquée a Massagno si inaugura mercoledì 19 settembre alle 18.00 la mostra di Fiorenza Bassetti Fun & Jux.
Dopo Regina Conti, Massimo Cavalli, Livio Bernasconi e Fernando Bordoni, proseguendo con coerenza una linea espositiva che più che sul numero delle proposte intende puntare sulla qualità degli artisti prescelti, il Comune di Massagno ha affidato all’artista bellinzonese Fiorenza Bassetti l’annuale appuntamento con l’arte negli spazi di Casa Pasquée.
Per quest’esposizione l’artista, nelle cui opere assistiamo spesso all’accostamento e alla sovrapposizione di elementi simbolici contrapposti, ha immaginato un complesso e articolato progetto unitario, che ruota attorno a una delle più misteriose antinomie con cui si confronta il pensiero: quella, già enunciata da Kant nella Critica della ragion pura, tra finitezza e infinità del mondo. Per dar forma a questa contrapposizione antinomica l’artista si avvale dell’accostamento tra la lemniscata (il simbolo matematico dell’infinito) e la croce. Un accostamento che, in ragione del bagaglio connotativo di cui entrambi questi simboli sono portatori, evoca il contrasto tra terra e cosmo, tra vita e morte, tra temporalità ed eternità. La dinamica formale innescata da questa antinomia si svincola però dalla schematica astrattezza della sua formulazione simbolica, traducendosi in una sorta di complessa Gesamtkunstwerk, che da un lato prende corpo e sostanza nella realtà autobiografica dell’artista, mentre dall’altro riesce a inserirsi perfettamente, come una ricca sovrastruttura decorativa, negli spazi di Casa Pasquée, sfruttando e piegando ai propri scopi le specifiche caratteristiche architettoniche dell’edificio.

Partendo dall’articolazione su due differenti livelli degli spazi espositivi, Fiorenza Bassetti ha infatti immaginato la creazione di due diversi ambienti che danno corpo alla contrapposizione-coabitazione tra la croce e il simbolo dell’infinito: al piano inferiore una sorta di cripta buia, appena rischiarata dalla luminosità fioca della luce ultravioletta, al piano superiore una specie di grande navata, illuminata dalla luce solare che filtra attraverso i tendaggi che ricoprono le finestre.
Immersa in un’oscurità avvolgente e raccolta su se stessa che ci proietta nelle remote profondità del cosmo e in cui, come stelle lontane, rilucono i doppi occhielli del simbolo matematico dell’infinito, dipinto direttamente sulle pareti con una speciale pittura reagente ai raggi UV, la sala del piano inferiore accoglie 38 ritratti fotografici in bianco e nero, che in virtù della luce delle lampade di Wood appaiono come altrettanti schermi retroilluminati. Sono fotografie che l’artista ha scattato nel corso di questi anni chiedendo alle persone ritratte, quasi sempre personaggi del mondo dell’arte e della cultura che rientrano nella sua cerchia di conoscenze, di assumere una posizione a forma di croce, ma lasciando loro completa libertà sulle modalità con cui interpretare questa indicazione iniziale. Per la diversità di accenti con cui ognuno delle persone ritratte ha assunto questo confronto – muovendosi tra gioco, ironia, disincanto, immedesimazione, serietà, rigore, parodia – ognuna di queste fotografie, a dispetto della loro apparente natura giocosa e leggera, può essere vista come un vero e proprio “specchio dell’anima” che disvelano il soggetto.
Salendo al piano superiore di Casa Pasquée l’atmosfera muta completamente. Nella grande sala del primo piano lo spazio è infatti inondato dalla luce che penetra attraverso le finestre, mentre le pareti sono interamente ricoperte da una figurina a forma di croce ripresa da un disegno di Malevič e dipinta con il colore rosso secondo una griglia ortogonale, come se si trattasse del motivo di una carta da parati. Le finestre, trasformate a loro volta in grandi croci con l’aggiunta sui lati e ai piedi di pannelli in cui compaiono immagini legate ai piaceri della vita e figure di personaggi che corrono, diventano gli elementi centrali del ciclo decorativo immaginato dall’artista.
Nelle opere di Fiorenza Bassetti, gli echi e i rimandi tuttavia sono molteplici, addensandosi e intersecandosi in una sorta di vertigine combinatoria in cui ogni cosa sembra improvvisamente e misteriosamente trovare il proprio spazio all’interno del preciso disegno messo a punto dall’artista. Non a caso è ancora una figura con le braccia aperte a forma di croce a chiudere la mostra. La minuscola bambolina sospesa a mezz’aria come se levitasse su un ampio cubo bianco diventa infatti l’immagine conclusiva di questo percorso intriso di leggerezza che con fun & jux si contrappone al peso del vivere.

In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo bilingue italiano-inglese con un testo di Elio Schenini.






Il progetto espositivo è stato realizzato con il contributo del Gruppo Spinelli.