FUN & JUX__Fiorenza
Bassetti
CASA PASQUÉE, Lugano-Massagno
Inaugurazione: mercoledì 19 settembre ore 18.00
20 settembre-21 ottobre 2012
Orari: martedì-venerdì 17-20 / Sabato 15-18 / Domenica 10-13
Dopo Regina Conti, Massimo Cavalli, Livio Bernasconi e Fernando Bordoni,
proseguendo con coerenza una linea espositiva che più che sul numero delle
proposte intende puntare sulla qualità degli artisti prescelti, il Comune di
Massagno ha affidato all’artista bellinzonese Fiorenza Bassetti l’annuale
appuntamento con l’arte negli spazi di Casa Pasquée.
Per
quest’esposizione l’artista, nelle cui opere assistiamo spesso all’accostamento
e alla sovrapposizione di elementi simbolici contrapposti, ha immaginato un
complesso e articolato progetto unitario, che ruota attorno a una delle più
misteriose antinomie con cui si confronta il pensiero: quella, già enunciata da
Kant nella Critica della ragion pura,
tra finitezza e infinità del mondo. Per dar forma a questa contrapposizione
antinomica l’artista si avvale dell’accostamento tra la lemniscata (il simbolo
matematico dell’infinito) e la croce. Un accostamento che, in ragione del
bagaglio connotativo di cui entrambi questi simboli sono portatori, evoca il
contrasto tra terra e cosmo, tra vita e morte, tra temporalità ed eternità. La
dinamica formale innescata da questa antinomia si svincola però dalla
schematica astrattezza della sua formulazione simbolica, traducendosi in una
sorta di complessa Gesamtkunstwerk, che
da un lato prende corpo e sostanza nella realtà autobiografica dell’artista,
mentre dall’altro riesce a inserirsi perfettamente, come una ricca
sovrastruttura decorativa, negli spazi di Casa Pasquée, sfruttando e piegando
ai propri scopi le specifiche caratteristiche architettoniche dell’edificio.
Partendo
dall’articolazione su due differenti livelli degli spazi espositivi, Fiorenza
Bassetti ha infatti immaginato la creazione di due diversi ambienti che danno
corpo alla contrapposizione-coabitazione tra la croce e il simbolo dell’infinito:
al piano inferiore una sorta di cripta buia, appena rischiarata dalla
luminosità fioca della luce ultravioletta, al piano superiore una specie di
grande navata, illuminata dalla luce solare che filtra attraverso i tendaggi
che ricoprono le finestre.
Immersa in
un’oscurità avvolgente e raccolta su se stessa che ci proietta nelle remote
profondità del cosmo e in cui, come stelle lontane, rilucono i doppi occhielli
del simbolo matematico dell’infinito, dipinto direttamente sulle pareti con una
speciale pittura reagente ai raggi UV, la sala del piano inferiore accoglie 38
ritratti fotografici in bianco e nero, che in virtù della luce delle lampade di
Wood appaiono come altrettanti schermi retroilluminati. Sono fotografie che
l’artista ha scattato nel corso di questi anni chiedendo alle persone ritratte,
quasi sempre personaggi del mondo dell’arte e della cultura che rientrano nella
sua cerchia di conoscenze, di assumere una posizione a forma di croce, ma
lasciando loro completa libertà sulle modalità con cui interpretare questa
indicazione iniziale. Per la diversità di accenti con cui ognuno delle persone
ritratte ha assunto questo confronto – muovendosi tra gioco, ironia,
disincanto, immedesimazione, serietà, rigore, parodia – ognuna di queste
fotografie, a dispetto della loro apparente natura giocosa e leggera, può
essere vista come un vero e proprio “specchio dell’anima” che disvelano il
soggetto.
Salendo al piano superiore
di Casa Pasquée l’atmosfera muta completamente. Nella grande sala del primo
piano lo spazio è infatti inondato dalla luce che penetra attraverso le
finestre, mentre le pareti sono interamente ricoperte da una figurina a forma
di croce ripresa da un disegno di Malevič e dipinta con il colore rosso secondo
una griglia ortogonale, come se si trattasse del motivo di una carta da parati.
Le finestre, trasformate a loro volta in grandi croci con l’aggiunta sui lati e
ai piedi di pannelli in cui compaiono immagini legate ai piaceri della vita e figure
di personaggi che corrono, diventano gli elementi centrali del ciclo decorativo
immaginato dall’artista.
Nelle opere di
Fiorenza Bassetti, gli echi e i rimandi tuttavia sono molteplici, addensandosi
e intersecandosi in una sorta di vertigine combinatoria in cui ogni cosa sembra
improvvisamente e misteriosamente trovare il proprio spazio all’interno del
preciso disegno messo a punto dall’artista. Non a caso è ancora una figura con
le braccia aperte a forma di croce a chiudere la mostra. La minuscola bambolina
sospesa a mezz’aria come se levitasse su un ampio cubo bianco diventa infatti l’immagine
conclusiva di questo percorso intriso di leggerezza che con fun & jux si contrappone al peso del
vivere.
In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo bilingue
italiano-inglese con un testo di Elio Schenini.
Il progetto espositivo è stato realizzato con il contributo del Gruppo Spinelli.