Martin Disler, Gerinnendes selbst, 1986 (Collezione privata, Svizzera. Courtesy MACT/CACT)
BRUT: BEYOND THE OUTLINE
Selina Baumann, Giona Bernardi, Anna Choi, Paul
DeFlorian, Pier Giorgio De Pinto, Martin Disler, Francesca Guffanti, Csaba Kis
Róka, Parapluie, Valter Luca Signorile, Eduardo Tachado
Vernissage__sabato 24 novembre 2012 dalle
17:30
24 novembre 2012 –
3 febbraio 2013 / ve-sa-do_14:00-18:00
[MACT/CACT
Arte Contemporanea Ticino rimane chiuso per festività natalizie dal 24 dicembre
2012 all'11 gennaio 2013.]
Continuo a chiedermi se l’artista, o più
genericamente l’uomo stigmatizzato dal desiderio creativo, sia fondamentalmente
o meno un animale solitario, uno Steppenwolf notturno e nottambulo, capace di
oggettivare il suo universo soggettivo e individuale, per riproiettarlo,
spalmandolo, sulla società che lo circonda e che cambia. Nell’isolamento del
creatore, la lettura della sua opera si modifica, attraverso il tempo, permettendo
al messaggio artistico di seguire i criteri di un’osmosi circolare e di
ritorno. Oppure, se il creatore non sia, invece, un’(id)entità al di sopra del
sé individuale; un elemento inconsapevole che appartiene a una dimensione
universale. È un quesito ricorrente che torna ciclicamente e durante i secoli.
In maniera ancora più isterica e raffinata ci si chiede quale possa essere stato
questo spostamento da una società che non cercava di spiegare l’inspiegabile
verso un’altra, quella dei lumi e del mercato, che cercò di razionalizzare l’irrazionale.
Dalla Rivoluzione borghese fino ad arrivare al Secolo breve – sicuramente uno
dei periodi peggiori per quanto riguarda il concetto di bruttura estetica,
faciloneria artistica, pretesto concettuale, imbruttimento delle dignità
dell’essere umano e svuotamento dei significati –, ecco che la concezione di
valore si è ampiamente modificata, per cui l’approccio analitico a ogni costo e
una lettura storico/sociologica hanno fondamentalmente sostituito un’interpretazione
più filosofica e autenticamente creativa del pensiero in generale. Un secolo
laddove l’invenzione delle avanguardie ha infine creato mode e mercato, modelli
e coerenze linguistiche in caduta libera fino a toccare, se non farsi superare,
da un reale concimato da una filiazione e riproducibilità ingombrante, mettendo
contemporaneamente la stessa avanguardia/moda in uno stato di menopausa
perniciosa e conclamata dal mercato stesso, che ha finito viepiù per nutrire la
cultura dell’ignoranza.
Valter Luca Signorile, QARÀ 00:02:30:72, 2008
La mostra BRUT: BEYOND THE OUTLINE che il MACT/CACT ARTE CONTEMPORANEA TICINO apre il prossimo 24 novembre 2012 alle ore 17:30 intende investigare attraverso una varietà di artisti il soggettivo e l’universale all’interno del confronto mercato/prodotto/produzione di massa. Gli artisti presi in esame operano in bilico tra la rimessa in discussione della forma, sia nella pittura e scultura, che adoperando tutti gli altri linguaggi. L’equilibrio dell’universo interiore con la morfologia e necessità sociale, fanno in modo che gli aspetti iconologici dell’arte ridiventino preponderanti in rapporto al reale. In tal senso si potrebbe parlare di interiorizzazione e di metabolizzazione del reale fino a superarlo, riportandolo alla sua radice primaria e primitiva, gestuale, liturgica e danzante. Nella quasi perdizione di coscienza nell’atto e nella liturgia del fare, gli artisti ritrovano quel mondo oscuro che rappresenta un’antirealtà, un’asocialità nel verso di una verità assoluta e assolutista.
Anna Choi, In the Flatland-IIIFX, 2012
BRUT: BEYOND THE OUTLINE
Selina Baumann, Giona Bernardi, Anna Choi, Paul
DeFlorian, Pier Giorgio De Pinto, Martin Disler, Francesca Guffanti, Csaba Kis
Róka, Parapluie, Valter Luca Signorile, Eduardo Tachado
Vernissage__Saturday 24 November 2012 at 5.30 p.m.
24 November 2012 – 3 February 2013
/ Fri-Sat-Sun_2.00 - 6.00 p.m.
[MACT/CACT
Contemporary Art in Canton Ticino remains closed during
the Christmas celebrations from December the 24th 2012
until January the 11th 2013.]
I never cease to wonder whether the artist, or more in
general any human being who has been bitten by the creative bug, is
fundamentally a solitary animal, a nocturnal, night-walking Steppenwolf, who is
capable of taking his subjective, individual world and rendering it objective,
so as to spread it and re-project it on the changing society around him. In the
isolation of the creative, the way his work is interpreted changes with time,
enabling the artistic message to comply with the criteria of a circular osmosis
and of a return. Or, on the other hand, whether the creative is or is not an
(id)entity above the individual id; an unconscious element belonging to a
universal dimension. This is a question that has been coming back time and
again at regular intervals for centuries.
Pier Giorgio De Pinto, Wunderwand #1 out of the project Kunstformen der Natur, 2012
An even more hysterical, yet refined interrogative concerns the form that may have been taken by this shift away from one society that made no attempt to explain the inexplicable and towards another, the society of enlightenment and the market, that tried to rationalise the irrational. From the Bourgeois Revolution to the Short Century – unquestionably one of the worst of periods with regard to the concept of aesthetic ugliness, artistic superficiality, conceptual pretext, the brutalisation of the dignity of the human being and the emptying of meanings – the entire conception of value has undergone substantial modification, with the result that an analytical approach at all costs and an historical and sociological reading have fundamentally replaced a more philosophical and authentically creative interpretation of thinking in general. It was a century when the invention of the avant-gardes ultimately created fashions and markets, models and linguistic coherence in a complete free-for-all, to the point of verging on – if not being overtaken by – a reality fertilised by a cumbersome reproducibility and filiation, while at the same time putting the self-same avant-garde/fashion in a state of pernicious menopause rendered self-evident by the market itself, which has ended up moreover promoting the culture of ignorance.
Csaba Kis Róka, Hunger and Anger, 2012 (Courtesy acb Gallery, Budapest)
The exhibition BRUT: BEYOND THE OUTLINE, due to be inaugurated by the MACT/CACT CONTEMPORARY ART IN CANTON TICINO on 24 November 2012 at 5.30 p.m., sets out to investigate how a variety of artists get to grips with the subjective and the universal in the framework of the confrontation between the market, the product and mass production. The artists in question operate on a knife-edge, where they question form, both in both painting and sculpture and in the application of all other languages. By balancing their intimate selves with social necessity and morphology, they induce the iconological aspects of art to take back their preponderant role in relation to reality. In this sense, it is possible to theorise that reality is internalised and metabolised to the point of being overcome and brought back to its primordial, primitive root, of gesture, liturgy and dance. In what verges on a perdition of consciousness in the act and the liturgy of making, these artists unearth the obscure world that constitutes an anti-reality, an asociality poised towards an absolute, absolutist truth.
Mario
Casanova, 2012 [translation Pete Kercher]
Il MACT/CACT è sostenuto finanziariamente e
culturalmente da Repubblica e Cantone del Ticino, Città di Bellinzona, Alfred
Richterich Stiftung Kastanienbaum, Immobiliare Bellinzona, amici del MACT/CACT,
gli artisti.
Un particolare ringraziamento a acb Gallery
Budapest, Katz Contemporary Zürich, Schau Ort Zürich.
MACT/CACT is financially and culturally supported by Repubblica e Canton Ticino, Città di Bellinzona, Alfred Richterich Stiftung Kastanienbaum, Immobiliare Bellinzona, Friends of MACT/CACT, the artists.
The exhibition was possible thank to acb Gallery Budapest, Katz Contemporary Zürich, Schau Ort Zürich.