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Non perdete l'evento e buona visione a tutti!
Haritz, Manganelli, Capovilla
LA 1 - Domenica 16 gennaio ore 22
Dal Medio Oriente, agli scritti di Giorgio Manganelli passando per un punk rock impegnato. Non perdete la prossima puntata di
CULT TV!
Dire fare cucire
di Claudia Quadri
Cucire tessendo storie di guerra, conflitti, disperazione. È questo il lavoro intrapreso da Aglaia Haritz, giovane artista ticinese, che
ha saputo trasformare stoffe e fili in racconti di drammatizzazione e speranza. Una Penelope moderna, Aglaia, che non aspetta il
suo Ulisse tessendo la tela, ma che, come Ulisse, viaggia per necessità, spinta dalla voglia di conoscere realtà estreme, come quelle
dei conflitti in Medio Oriente, dei lebbrosari indiani, delle prigioni africane. E il viaggio diventa il nutrimento delle sue tele: da
“Attualità” a “Genocidio Armeno”, da “Attentati” ad “Autobomba”, Aglaia racconta una quotidianità intessuta di impegno politico
e sociale.
Il Majakovskij del rock
di Stefano Roncoroni
Pier Paolo Capovilla è un cantante di rock alternativo italiano. Dopo essere stato bassista e voce degli One Dimensional Man, Pier
Paolo, da vita, nel 2005 al Teatro degli orrori, “Un quartetto rock bello classico, con una gran voglia di suonare della musica potente
ma intrigante, violenta ma dai contenuti romantici, ignorante ma colta”. Abbandonati il basso e la lingua inglese, Capovilla sul palco
non risparmia sudore, rabbia, energia, estremismo.
Sonorità punk rock, che il Teatro degli Orrori mescola a testi impegnati, intrisi di citazioni da opere di Baudlaire, Mayakoski, Ken Saro Wiwa. E proprio al poeta russo e allo scrittore nigeriano impiccato nel 1995, Capovilla ha dedicato anche dei reading musicali, letture pubbliche in cui viene accompagnato dal chitarrista Giulio Favero.
Manganelli: racconto per immagini
di Renato Pugina
A vent'anni dalla scomparsa dello scrittore Giorgio Manganelli, una delle figure più interessanti ed enigmatiche della narrativa italiana del XX secolo, la figlia Lietta organizza a Milano una mostra fotografica in memoria del padre. Vi sono esposte un centinaio di fotografie tratte dall'album di famiglia dello scrittore. Sono foto di grande immediatezza, fatte da parenti e amici che lo ritraggono in momenti quotidiani: un lungo e affascinante percorso di vita, narrato dalla figlia, che all'età di tre anni venne affidata alla nonna e solo all'età di 18 anni poté finalmente ricongiungersi col padre. Oggi Lietta possiede tutto l'immenso archivio paterno, manoscritti, libri, fotografie, diari di viaggi, e sta scrivendo una biografia del padre che sarà pronta entro l’anno.