MACT/CACT Suisse enjoys the financial and cultural support of Repubblica e Cantone del Ticino/Swisslos, City of Bellinzona, Alfred Richterich Stiftung Kastanienbaum, the Berla Art Collection, Friends of MACT/CACT, the Artists.
21 September 2012
20 September 2012
19 September 2012
BYOB (BRING YOUR OWN BEAMER), Festival des Arts Visuels de Vevey
[Scroll down for the English Version]
Vevey, 27.09.2012, Le Champignon, rue de la Madeleine / rue du Torrent.
BYOB (Bring Your Own Beamer) - Malibu Mermaid, a cura di Stéphanie Serra e Manuel Sigrist.
BYOB (Bring Your
Own Beamer) Vevey è
l’idea di una serata effimera di proiezioni, un’esplosione d’immagini in un
spazio grezzo e insolito. ‘Le Champignon’ (il fungo), un vecchio percheggio bianco e dismesso risalente agli anni ’30, diventerà un museo aperto per una
notte. L’odore di sogno californiano, di un vecchio stile pin up hollywoodiano,
di spiaggia di fine estate, costituisce il set di questa notte. Per il resto,
ognuno di noi ricorda che siamo nel 2012 e che gli artisti sono pronti per
rivisitare il tempo, tralasciando l’ombra dell’epoca per reinventare l’immaginario
dello spazio.
Durante
l’ultima settimana del Festival Images di Vevey, nel mezzo di
una città abitata da immagini fotografiche, una finestra è data a una ventina
di artisti provenienti da Vevey, dalla Svizzera e perfino dall’Europa, con lo
scopo di incontrarsi per quest’occasione e inventare un’esposizione di una
notte. Poiché il Festival propone un'esposizione guida dal titolo SHOOT! – The essentialist photography
per la cura di Clément Cheroux e che mette in mostra artisti quali Christian
Marclay, Roman Signer o Niki de Saint Phalle, BYOB (Bring Your Own Beamer) ha quale scopo di continuare lo shooting attraverso proiezioni
video per la durata di una notte.
Tenetevi pronti! Dal pavimento fino al soffitto,
senza restrizioni, le immagini e i suoni si fondono, si contaminano vicendevolmente.
Cosa avranno immaginato gli artisti? Cosa proporranno? Cosa ci si aspetta? È una
sorpresa perfino per noi. Non sappiamo, nessuno sa, nemmeno gli artisti.
Carte Blanche è stata data a Raquel Banea, Estelle Bourdet, Ricardo DaSilva, Pier
Giorgio De Pinto, Chloe Delarue, Simon Deppierraz, Jacques Duboux, David
Excoffier, Julien Gremaud, Emilie Guenat, Thomas Koenig, Maud Lemonnier, Celine
Masson, Collectif Metahub, Piera Peca, Delphine Renault, Maya Rochat, Lisa
Roehrich, Rebecca Salvadori e Camille Scherrer per sorprenderci.
Ogni ora l’insieme
scenografico cambierà, le immagini verranno proiettate su muri ogni volta diversi
e il significato si trasformerà ogni volta e ripetutamente fino a mezzanotte.
A proposito
di BYOB:
l’artista Rafaël Rozendaal (*1980),
creò per la prima volta a Berlino nel 2010 una possibilità d’esposizione applicabile
al riutilizzo; proposta, la sua, che verrà in seguito ripresa e/o rifiutata da più
parti nel mondo. Uniche regole imposte: trovare uno spazio – invitare molti
artisti – chiedere loro di portare con sé il loro beamer e proiettare.
Un'opera interattiva di Pier Giorgio De Pinto
BYOB (Bring Your Own Beamer) Vevey is the idea of an ephemeral projection night, an
explosion of images in a raw and unusual space. “Le Champignon” (the mushroom),
an old white public covered parking lot from the 30's will become an open
museum for the night.
A smell of California dreaming, of
old style Hollywood pin up, of seaside and of end of summer, that's for the
setting. For the rest, one remembers we are in 2012, and artists are ready to
revisit time, to let shade away that glossy feeling to reinvent the imaginary
of the space.
During the last week of the Festival Images in Vevey,
in the middle of a city full of still pictures, a window is given to twenty
artists from Vevey, from Switzerland and even from Europe, to meet for the
occasion and invent a one night show. As the festival proposes a main
exhibition SHOOT! – The essentialist photography curated by Clément
Cheroux with artists such as Christian Marclay, Roman Signer or Niki de Saint
Phalle, this one night event will continue the shooting.
Get ready! From floor to ceiling
and without any restrictions, images and sounds will meet, mix and contaminate
each other. What will they imagine? What will they propose? What is there to
expect? That's a surprise even for us. We don't know, no one knows, not even
the artists.
A work by Rebecca Salvadori
Carte Blanche were given to Raquel Banea, Estelle Bourdet,
Ricardo DaSilva, Pier Giorgio De Pinto, Chloe Delarue, Simon Deppierraz,
Jacques Duboux, David Excoffier, Julien Gremaud, Emilie Guenat, Thomas Koenig,
Maud Lemonnier, Celine Masson, Collectif Metahub, Piera Peca, Delphine Renault,
Maya Rochat, Lisa Roehrich, Rebecca Salvadori and Camille Scherrer to surprise
us, and every hour the setting will change, the images will be projected on
other walls and the whole meaning of the first proposal will switch to another
one, and another one, and again until midnight.
About BYOB: In 2010, RafaëlRozendaal (*1980) created in Berlin
this possibility of an exhibition with a ʻreusableʼ concept, possibility that
was then right away taken and reused all over the world. Only imposed rules of
the game: find a space, invite many artists, ask them to bring their projectors.
Curated by Stephanie Serra and
Manuel Sigrist
18 September 2012
FIORENZA BASSETTI alla Casa Pasquée con FUN & JUX
FUN & JUX__Fiorenza
Bassetti
CASA PASQUÉE, Lugano-Massagno
Inaugurazione: mercoledì 19 settembre ore 18.00
20 settembre-21 ottobre 2012
Orari: martedì-venerdì 17-20 / Sabato 15-18 / Domenica 10-13
Dopo Regina Conti, Massimo Cavalli, Livio Bernasconi e Fernando Bordoni,
proseguendo con coerenza una linea espositiva che più che sul numero delle
proposte intende puntare sulla qualità degli artisti prescelti, il Comune di
Massagno ha affidato all’artista bellinzonese Fiorenza Bassetti l’annuale
appuntamento con l’arte negli spazi di Casa Pasquée.
Per
quest’esposizione l’artista, nelle cui opere assistiamo spesso all’accostamento
e alla sovrapposizione di elementi simbolici contrapposti, ha immaginato un
complesso e articolato progetto unitario, che ruota attorno a una delle più
misteriose antinomie con cui si confronta il pensiero: quella, già enunciata da
Kant nella Critica della ragion pura,
tra finitezza e infinità del mondo. Per dar forma a questa contrapposizione
antinomica l’artista si avvale dell’accostamento tra la lemniscata (il simbolo
matematico dell’infinito) e la croce. Un accostamento che, in ragione del
bagaglio connotativo di cui entrambi questi simboli sono portatori, evoca il
contrasto tra terra e cosmo, tra vita e morte, tra temporalità ed eternità. La
dinamica formale innescata da questa antinomia si svincola però dalla
schematica astrattezza della sua formulazione simbolica, traducendosi in una
sorta di complessa Gesamtkunstwerk, che
da un lato prende corpo e sostanza nella realtà autobiografica dell’artista,
mentre dall’altro riesce a inserirsi perfettamente, come una ricca
sovrastruttura decorativa, negli spazi di Casa Pasquée, sfruttando e piegando
ai propri scopi le specifiche caratteristiche architettoniche dell’edificio.
Partendo
dall’articolazione su due differenti livelli degli spazi espositivi, Fiorenza
Bassetti ha infatti immaginato la creazione di due diversi ambienti che danno
corpo alla contrapposizione-coabitazione tra la croce e il simbolo dell’infinito:
al piano inferiore una sorta di cripta buia, appena rischiarata dalla
luminosità fioca della luce ultravioletta, al piano superiore una specie di
grande navata, illuminata dalla luce solare che filtra attraverso i tendaggi
che ricoprono le finestre.
Immersa in
un’oscurità avvolgente e raccolta su se stessa che ci proietta nelle remote
profondità del cosmo e in cui, come stelle lontane, rilucono i doppi occhielli
del simbolo matematico dell’infinito, dipinto direttamente sulle pareti con una
speciale pittura reagente ai raggi UV, la sala del piano inferiore accoglie 38
ritratti fotografici in bianco e nero, che in virtù della luce delle lampade di
Wood appaiono come altrettanti schermi retroilluminati. Sono fotografie che
l’artista ha scattato nel corso di questi anni chiedendo alle persone ritratte,
quasi sempre personaggi del mondo dell’arte e della cultura che rientrano nella
sua cerchia di conoscenze, di assumere una posizione a forma di croce, ma
lasciando loro completa libertà sulle modalità con cui interpretare questa
indicazione iniziale. Per la diversità di accenti con cui ognuno delle persone
ritratte ha assunto questo confronto – muovendosi tra gioco, ironia,
disincanto, immedesimazione, serietà, rigore, parodia – ognuna di queste
fotografie, a dispetto della loro apparente natura giocosa e leggera, può
essere vista come un vero e proprio “specchio dell’anima” che disvelano il
soggetto.
Salendo al piano superiore
di Casa Pasquée l’atmosfera muta completamente. Nella grande sala del primo
piano lo spazio è infatti inondato dalla luce che penetra attraverso le
finestre, mentre le pareti sono interamente ricoperte da una figurina a forma
di croce ripresa da un disegno di Malevič e dipinta con il colore rosso secondo
una griglia ortogonale, come se si trattasse del motivo di una carta da parati.
Le finestre, trasformate a loro volta in grandi croci con l’aggiunta sui lati e
ai piedi di pannelli in cui compaiono immagini legate ai piaceri della vita e figure
di personaggi che corrono, diventano gli elementi centrali del ciclo decorativo
immaginato dall’artista.
Nelle opere di
Fiorenza Bassetti, gli echi e i rimandi tuttavia sono molteplici, addensandosi
e intersecandosi in una sorta di vertigine combinatoria in cui ogni cosa sembra
improvvisamente e misteriosamente trovare il proprio spazio all’interno del
preciso disegno messo a punto dall’artista. Non a caso è ancora una figura con
le braccia aperte a forma di croce a chiudere la mostra. La minuscola bambolina
sospesa a mezz’aria come se levitasse su un ampio cubo bianco diventa infatti l’immagine
conclusiva di questo percorso intriso di leggerezza che con fun & jux si contrappone al peso del
vivere.
In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo bilingue
italiano-inglese con un testo di Elio Schenini.
Il progetto espositivo è stato realizzato con il contributo del Gruppo Spinelli.
09 September 2012
SUBTLE PSYCHO-GEOGRAPHIES: A CALVARY FOR THE IMAGE. The opening last Saturday 8 September 2012: some photos...
All photos by Pier Giorgio De Pinto © PRO LITTERIS / Zürich
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