VANITAS
Ho ripreso a dipingere
L'ho fatto per cercare di connettermi a quel quid, a quel
mistero dell'esistere inteso come fisicità, pensiero ed emotività
Energia vitale
Che per me significa cercare la sostanza pittorica, materica
e cromatica di cui siamo fatti noi ed il mondo circostante e di cui
sono fatte le nostre visioni
Al di là di quell'arte che, dopo essere stata dichiarata
morta, continua a ripetere il suo suicidio (attraverso la musealizzazione, la
spettacolarizzazione, idee e concetti sempre più astratti dalla materia greve,
l'iperformalizzazione)
Che colore ha l'energia?
Possono due cani essere fatti della stessa terra su cui
poggiano?
Come si relaziona la carne all'acqua?
Di cosa è fatto un unicorno?
Perché se uso strumenti non appropriati e casuali, la
pittura sembra ancora più curata che se fatta a pennello?
Domande forse stupide che però, a mio avviso, contengono
brandelli di verità importanti
Prima di tutto una frammentazione del pensiero che forse non
si riunirà mai in un grande sistema, ma che è triste specchio dei tempi
Spesso si vola basso, si sogna poco, non ci si chiede nulla
Eppure io credo che nel piccolo, nell'elencare, in questa
frammentazione, ancora si possa trovare un senso
Elencare, ordinare e poi mettere in disordine, allineare e
disallineare pensieri ed immagini, correre rischi
La vanitas è ovunque e ci accompagnerà ora e sempre ma così
è sempre stato
Ciò non esclude il sogno di poter ancora mettere le ali
Francesca Guffanti, 2016