05 January 2011

Premio culturale Manor Ticino


Anche il Premio Manor fatica a decollare in Ticino. Istituito da qualche anno al sud delle Alpi, nell’unica regione di cultura italiana della Svizzera, il prestigioso Premio a livello nazionale sembra non riesca, però, a dare testimonianza di una vera reale pratica dell’arte alle nostre latitudini. Se nel resto della Svizzera esso ha dato motivo di vanto per i nostri artisti confederati, sia all’estero che nel nostro paese, in Ticino come al solito, l’Istituzione premia il vecchio, il déjà vu, facendo le veci dell’ospizio per vecchi falliti. Come dire che la pratica artistica esiste, l’istituzione che la deve premiare, non sempre. Pascal Schweighofer (classe 1976) è l’eletto 2010: 15'000.- CHF di premio e l’acquisto di una delle sue opere estetiche, che andrà nei depositi, lo supponiamo, del Cantone a condividere la polvere di chi lo ha preceduto. Fondamentalmente lo scopo del premio, si legge nel comunicato stampa diffuso dal Museo Cantonale d’Arte di Lugano, è il sostegno alla produzione artistica locale; forse un po’ troppo locale, aggiungo io, se vediamo l’opera pseudo concettuale del neolaureato. Peccato anche per i suoi predecessori come Andrea Crociani, il quale – dopo essere stato ‘spinto’ troppo e ad oltranza prima ch’egli dimostrasse, infine, il suo sottile valore – ha ormai pressoché abbandonato la sua pratica artistica. Il duo Terzaghi e Zürcher (anzi Terzaghi & Zürcher), la cui applicazione dell’arte si presta abilmente a un tale fraintendimento dal considerarla erroneamente Arte vera, si preannunciavano in tempi non remoti come i futuri artisti concettuali di punta nel mondo. Chi li ha visti più? Intanto così vengono “spesi” soldi; tra borse federali, acquisti per le collezioni di musei etc in perfetto stile museificatorio e assistenzialista.
Mi sono, però, chiesto come mai proprio questo premio, in Ticino, sa di vecchio, di colluso, di poco chiaro, ma soprattutto di impolverato. Ho voluto capire, dopo alcune edizioni, ‘chi’, ‘cosa’ e ‘dove’ stanno dietro questo premio alle nostre latitudini, talmente perseverante è la liturgia degli orrori da rendere veramente diabolica la sua stessa esistenza; un premio che non riesce ancora a far parlare del Ticino nel resto del mondo e nemmeno in Svizzera, stando a quanto appare su di un qualsiasi motore di ricerca. Ho chiesto all’istituzione di fornirmi la composizione della/e giuria/e che ha selezionato i postulandi, che ha in seguito analizzato attentamente i dossier per l’attribuzione dei premi, poiché ciò non figura da nessuna parte, come, invece, dovrebbe puntualmente accadere. Beh, in tutta risposta ho ricevuto al telefono un freddo ‘top secret’.
Il mondo delle ideologie e di tutti i suoi precetti borghesi (ivi compresa la famigerata politica culturale e il baluardo dell’istruzione) sta sparendo così come stanno entrando nel pieno della crisi gli apostoli della museificazione e del museo-polo-azienda.
Allorquando la realtà avrà completamente stuprato l’arte, beh, a questo punto non vi sarà più alcuna ragione di avere luoghi d’arte… soprattutto frequentati.

Mario Casanova, 2011