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LA BELLA SCRITTURA
Donato Amstutz, Alex Hanimann, Ivano Sossella,
Christian Vetter
KÖPFE UND: UN ALTRO MODO DI RITRARRE
Eva Aeppli, Katia Bassanini, Selina Baumann,
Giona Bernardi, Martin Disler, David Hockney, Andrea La Rocca, Mustafa Sabbagh,
Valter Luca Signorile, Stéphane Zaech, Christian Zucconi
Vernissage__sabato 29 giugno 2013 dalle 17:30
29 giugno – 25
agosto 2013 / ve-sa-do_14:00-18:00
Le due mostre vogliono compenetrarsi, pur
partendo da concetti apparentemente antitetici; quelli alla base della
figurazione e del dialogo tra pensiero e rappresentazione, come dire un difficile
accarezzamento tra concetto e rapporto con la pratica del reale.
Valter Luca Signorile (1965)i , A white bird never dies, 2008
LA BELLA SCRITTURA e KÖPFE UND: UN ALTRO MODO DI RITRARRE inaugurano
entrambe sabato 29 giugno 2013, intendendo il curatore mettere a confronto e
intersecare due situazioni in continuo dibattimento in un momento storico di
forte cambiamento e di ricostruzione dei parametri di un Novecento, la cui
eredità sembra fragilmente sospesa tra la cassa di risonanza di una società che
fu della decomposizione nella debolezza e il ‘ressentiment’ sociale. Tema già
più volte sollevato, l’idea di Modernità nella società contemporanea e nelle
sue inter(sec)azioni sociali e politiche, attraversa ora la sua crisi d’identità.
Cultura e processo di civilizzazione non sembrano essersi sviluppate in maniera
proporzionalmente parallela, e, nell’ambito artistico, il concetto globale e
universale di matrice illuminista ha massificato sapere e conoscenza.
Nel tentativo di creare una società attiva, crescita
smisurata e sproporzionata, consumismo per tutti e a troppi livelli hanno
indotto, tra gli altri, verso una società estetica, anziché riflettere su di un’estetica
della società.
Un'opera di Ivano Sossella
LA BELLA SCRITTURA dialoga in continuazione
con l’altra esposizione mostrando opere, ove la rappresentazione è data
soprattutto dal suo contenuto concettuale e tendenzialmente slegato dalla
oggettivazione della forma. Se Donato Amstutz vanifica la rappresentazione
attraverso il suo estenuante fare, Alex Hanimann crea concetti verbali
finemente in equilibrio tra scrittura e figurazione. Christian Vetter interviene sull’inconscio dell’immagine, reiterando talvolta stilemi, nei quali
interviene con segni appartenenti a un universo personale ed eterotopico. Ivano
Sossella, artista italiano, ma dal temperamento anglosassone, si cimenta con
l’opera a carattere più spaziale, ricontestualizzando in qualche modo
l’estetica architettonica di una delle sale del MACT/CACT.
Un'opera di Christian Vetter
Se la rimessa in discussione della forma, e la
sua conseguente rottura nel verso di una (ri)lettura dell’opera più concettuale
e astratta in questa prima fase della mostra, la sezione che vi si contrappone,
KÖPFE UND: UN ALTRO MODO DI RITRARRE, affronta
in maniera più dura e pura la figurazione dalla radice espressiva. Gli artisti
sono tanti e di estrazione diversa; una configurazione di tre autori
storicizzati (Aeppli, Disler, Hockney) sono affiancati da autori più giovani,
la cui importanza riposa proprio nel rappresentare il crinale del cambiamento
verso una società solo apparentemente confusa, ma da molti punti di vista più
forte, libera e consapevole.
Mario Casanova, 2013
Stéphane Zaech (1966), Modèle des collines, 2011 (Courtesy the artist and Katz Contemporary Zürich)
WRITING WITH STYLE
Donato Amstutz,
Alex Hanimann, Ivano Sossella, Christian Vetter
KÖPFE UND: ANOTHER WAY OF PORTRAYING
Eva Aeppli, Katia
Bassanini, Selina Baumann, Giona Bernardi, Martin Disler, David Hockney, Andrea
La Rocca, Mustafa Sabbagh, Valter Luca Signorile, Stéphane Zaech, Christian
Zucconi
Opening__Saturday 29
June 2013 at 5.30 p.m.
29 June – 25 August 2013 / Fri-Sat-Sun_2.00 - 6.00 p.m.
These two
exhibitions aim to penetrate one another, although they start out from
apparently contradictory concepts: the ones that underlie figuring and the
dialogue between thinking and representing, a difficult embrace, as it were,
between concept and relationship with the practice of reality.
LA BELLA SCRITTURA (WRITING
WITH STYLE) and KÖPFE UND: UN ALTRO MODO DI
RITRARRE (KÖPFE UND: ANOTHER WAY OF
PORTRAYING) both inaugurate on Saturday 29 June 2013, as the curator’s
intention is to draw a comparison and interface between two situations being
debated constantly, in an era when we are experiencing radical change and the reconstruction of the parameters of a
Novecento whose inheritance seems to
be suspended in its fragility between on the one hand the loudspeaker of a
society that thrived on decomposition into weakness and on the other social
resentment. This is a topic that has already been raised on several occasions: the
idea of Modernity in contemporary society and its social and political intersections/interactions
is now experiencing an identity crisis. Culture and the process of civilisation
do not seem to have developed in a parallel proportion, while – on the art
scene – the global, universal concept inherited from the enlightenment matrix
has mainstreamed knowledge and erudition.
Martin Disler (1949-1996), Untitled (Kopf mit Kreuz), 1993
In the attempt to
create an active society, unfettered, disproportionate growth and consumerism
for all – and at too many levels – have led us, among other things, towards an
aesthetic society instead of towards pondering on the need for an aesthetic for society.
LA BELLA SCRITTURA
dialogues continuously with the other exhibition, displaying works in which
representation is constituted primarily by a conceptual content that tends to
be detached from the
objectivisation of the form. While Donato Amstutz frustrates representation
with his extenuating making, Alex Hanimann creates verbal concepts balanced
finely between writing and figuring. Christian Vetter intervenes on the
subconscious of the image, sometimes reiterating styles, amending them with
signs belonging to a personal, heterotypical universe. Ivano Sossella, an
Italian artist but with an Anglo-Saxon temperament, gets to grips with a work
whose character is more spatial, somehow altering the context of the
architectural aesthetics in one of the rooms at the MACT/CACT.
Eva Aeppli (1925), Teresa, 1977-78 (Private collection, Switzerland)
While form is
questioned and as a consequence undergoes breakage in the sense of a
(re)interpretation of the more conceptual, abstract work in this first phase of
the exhibition, the section that opposes it, KÖPFE
UND: ANOTHER WAY OF PORTRYAING, adopts a harder, more uncompromising approach
to figuring with an expressive matrix. There is a larger number of artists
here, from different backgrounds: a core of three established artists (Aeppli,
Disler and Hockney) is accompanied by younger peers, whose importance comes
from their ability to represent the crest of the wave of change towards a
society that is only apparently confused, but from many vantage points stronger,
freer and more aware.
Mario Casanova, 2013
[translation Pete Kercher]
Mustafa Sabbagh (1961), Maria, 2013