16 June 2013

LA BELLA SCRITTURA / KÖPFE UND: UN ALTRO MODO DI RITRARRE at MACT/CACT Suisse



[Scroll down for the english version]


























LA BELLA SCRITTURA
Donato Amstutz, Alex Hanimann, Ivano Sossella, Christian Vetter

KÖPFE UND: UN ALTRO MODO DI RITRARRE
Eva Aeppli, Katia Bassanini, Selina Baumann, Giona Bernardi, Martin Disler, David Hockney, Andrea La Rocca, Mustafa Sabbagh, Valter Luca Signorile, Stéphane Zaech, Christian Zucconi

Vernissage__sabato 29 giugno 2013 dalle 17:30

29 giugno – 25 agosto 2013 / ve-sa-do_14:00-18:00


Le due mostre vogliono compenetrarsi, pur partendo da concetti apparentemente antitetici; quelli alla base della figurazione e del dialogo tra pensiero e rappresentazione, come dire un difficile accarezzamento tra concetto e rapporto con la pratica del reale.

Valter Luca Signorile (1965)i , A white bird never dies, 2008

LA BELLA SCRITTURA e KÖPFE UND: UN ALTRO MODO DI RITRARRE inaugurano entrambe sabato 29 giugno 2013, intendendo il curatore mettere a confronto e intersecare due situazioni in continuo dibattimento in un momento storico di forte cambiamento e di ricostruzione dei parametri di un Novecento, la cui eredità sembra fragilmente sospesa tra la cassa di risonanza di una società che fu della decomposizione nella debolezza e il ‘ressentiment’ sociale. Tema già più volte sollevato, l’idea di Modernità nella società contemporanea e nelle sue inter(sec)azioni sociali e politiche, attraversa ora la sua crisi d’identità. Cultura e processo di civilizzazione non sembrano essersi sviluppate in maniera proporzionalmente parallela, e, nell’ambito artistico, il concetto globale e universale di matrice illuminista ha massificato sapere e conoscenza.
Nel tentativo di creare una società attiva, crescita smisurata e sproporzionata, consumismo per tutti e a troppi livelli hanno indotto, tra gli altri, verso una società estetica, anziché riflettere su di un’estetica della società.


Un'opera di Ivano Sossella

LA BELLA SCRITTURA dialoga in continuazione con l’altra esposizione mostrando opere, ove la rappresentazione è data soprattutto dal suo contenuto concettuale e tendenzialmente slegato dalla oggettivazione della forma. Se Donato Amstutz vanifica la rappresentazione attraverso il suo estenuante fare, Alex Hanimann crea concetti verbali finemente in equilibrio tra scrittura e figurazione. Christian Vetter interviene sull’inconscio dell’immagine, reiterando talvolta stilemi, nei quali interviene con segni appartenenti a un universo personale ed eterotopico. Ivano Sossella, artista italiano, ma dal temperamento anglosassone, si cimenta con l’opera a carattere più spaziale, ricontestualizzando in qualche modo l’estetica architettonica di una delle sale del MACT/CACT.

Un'opera di Christian Vetter

Se la rimessa in discussione della forma, e la sua conseguente rottura nel verso di una (ri)lettura dell’opera più concettuale e astratta in questa prima fase della mostra, la sezione che vi si contrappone, KÖPFE UND: UN ALTRO MODO DI RITRARRE, affronta in maniera più dura e pura la figurazione dalla radice espressiva. Gli artisti sono tanti e di estrazione diversa; una configurazione di tre autori storicizzati (Aeppli, Disler, Hockney) sono affiancati da autori più giovani, la cui importanza riposa proprio nel rappresentare il crinale del cambiamento verso una società solo apparentemente confusa, ma da molti punti di vista più forte, libera e consapevole.

Mario Casanova, 2013




Stéphane Zaech (1966), Modèle des collines, 2011 (Courtesy the artist and Katz Contemporary Zürich)



WRITING WITH STYLE
Donato Amstutz, Alex Hanimann, Ivano Sossella, Christian Vetter

KÖPFE UND: ANOTHER WAY OF PORTRAYING
Eva Aeppli, Katia Bassanini, Selina Baumann, Giona Bernardi, Martin Disler, David Hockney, Andrea La Rocca, Mustafa Sabbagh, Valter Luca Signorile, Stéphane Zaech, Christian Zucconi

Opening__Saturday 29 June 2013 at 5.30 p.m.

29 June – 25 August 2013 / Fri-Sat-Sun_2.00 - 6.00 p.m.

These two exhibitions aim to penetrate one another, although they start out from apparently contradictory concepts: the ones that underlie figuring and the dialogue between thinking and representing, a difficult embrace, as it were, between concept and relationship with the practice of reality.
LA BELLA SCRITTURA (WRITING WITH STYLE) and KÖPFE UND: UN ALTRO MODO DI RITRARRE (KÖPFE UND: ANOTHER WAY OF PORTRAYING) both inaugurate on Saturday 29 June 2013, as the curator’s intention is to draw a comparison and interface between two situations being debated constantly, in an era when we are experiencing radical change  and the reconstruction of the parameters of a Novecento whose inheritance seems to be suspended in its fragility between on the one hand the loudspeaker of a society that thrived on decomposition into weakness and on the other social resentment. This is a topic that has already been raised on several occasions: the idea of Modernity in contemporary society and its social and political intersections/interactions is now experiencing an identity crisis. Culture and the process of civilisation do not seem to have developed in a parallel proportion, while – on the art scene – the global, universal concept inherited from the enlightenment matrix has mainstreamed knowledge and erudition.

Martin Disler (1949-1996), Untitled (Kopf mit Kreuz), 1993

In the attempt to create an active society, unfettered, disproportionate growth and consumerism for all – and at too many levels – have led us, among other things, towards an aesthetic society instead of towards pondering on the need for an aesthetic for society.

LA BELLA SCRITTURA dialogues continuously with the other exhibition, displaying works in which representation is constituted primarily by a conceptual content that tends to be detached from the objectivisation of the form. While Donato Amstutz frustrates representation with his extenuating making, Alex Hanimann creates verbal concepts balanced finely between writing and figuring. Christian Vetter intervenes on the subconscious of the image, sometimes reiterating styles, amending them with signs belonging to a personal, heterotypical universe. Ivano Sossella, an Italian artist but with an Anglo-Saxon temperament, gets to grips with a work whose character is more spatial, somehow altering the context of the architectural aesthetics in one of the rooms at the MACT/CACT.

Eva Aeppli (1925), Teresa, 1977-78 (Private collection, Switzerland)

While form is questioned and as a consequence undergoes breakage in the sense of a (re)interpretation of the more conceptual, abstract work in this first phase of the exhibition, the section that opposes it, KÖPFE UND: ANOTHER WAY OF PORTRYAING, adopts a harder, more uncompromising approach to figuring with an expressive matrix. There is a larger number of artists here, from different backgrounds: a core of three established artists (Aeppli, Disler and Hockney) is accompanied by younger peers, whose importance comes from their ability to represent the crest of the wave of change towards a society that is only apparently confused, but from many vantage points stronger, freer and more aware.

Mario Casanova, 2013 [translation Pete Kercher]


Mustafa Sabbagh (1961), Maria, 2013