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PERSPECTIVES 1:
ARTISTS IN THE MATASCI COLLECTION.
Edmondo Dobrzanski, Ennio Morlotti, Varlin (Willy
Guggenheim)
Vernissage: Saturday
30 May 2015 from 5.30 p.m.
30 May – 9 August 2015
Fri-Sat-Sun from 2.00
to 6.00 p.m.
Varlin (Willy Guggenheim, 1900-1977), Livia, 1955. Matasci Art Collection, Switzerland. |
PERSPECTIVES 1: ARTISTS IN THE MATASCI COLLECTION is an exhibition whose
purpose is to pay tribute to the art collector Mario Matasci, from Tenero, in
Switzerland.
In recent years,
the MACT/CACT Contemporary Art in Canton Ticino has striven to keep pace
with the changes taking place in cultural policy developments on the southern
side of the Alps, regularly tackling the issue of primarily private collecting.
In an age when the art market is clearly experiencing a speculative bubble and
public museums are encountering enormous difficulties in maintaining their
defined role as the Lighthouses of Art, as well as in achieving a more
appropriately acute new identity as Museums, never has private collecting been
more of a key element in a co-ordinated network between the different public
cultural poles, which essentially and in principle retain responsibility for
addressing the conservation of our historical cultural heritage and using
didactic mechanisms to disseminate it. What approaches should be used, in the
framework of this process of change, to reconfigure temporary exhibitions that
aim at generating new knowledge and understanding new trends in the field of
art, so as to offer them to the museum-going public as a means of intellectual
improvement? Private collecting has an enormous responsibility and a
significant impact on the amount of works that are acquired, whose high quality
is guaranteed by dedication, time, consistency, the love of art and the buying
choices made, all qualities that are not always discernible in the system of
public institutions.
Ennio Morlotti (1910-1992), Maternità, 1946. Matasci Art Collection, Switzerland. |
Mario Matasci is one of a
handful of collectors in Ticino whose story is worth telling and retelling through
the medium of an exhibition. His enthusiasm for art started relatively early in
life, as he started collecting works and then piecing together a systematic
collection and archive to reflect his personal taste and visions. In the
process, he mostly followed his own heart and instinct, using them to create a
collection that can be described as ‘twin-headed’. Mario Matasci lives in the
lands around Locarno on the shores of Lake Maggiore, where some extremely
important European artistic trends had taken root from the late nineteenth
century to the 1950s, with a special focus on Ascona’s Monte Verità.
Edmondo Dobrzanski (1914-1997), Il cameriere, 1953. Matasci Art Collection, Switzerland. |
Apart from the
presence of a few nineteenth-century artists – in particular Filippo Franzoni, fully
entitled to be numbered among the exponents of the “Lombard” and “Scapigliato” fin-de-siècle that also developed up at
these slightly higher latitudes – and its metastases, Matasci seems to have
analysed and concentrated on the historical identities to be found in Ticino, a
land that is naturally twin-headed, because of its inability to subscribe
completely to a Swiss identity, while at the same time – and not without a
degree of difficulty – feeling part of Italian culture. And yet Ticino, a land
of artists who are “foreign” (because they hold foreign passports) and/or “estranged”,
witnesses (now as in the past) more or less consciously and impotently the
osmotic through-traffic of the great names of the visual arts, of literature
and of the social sciences of Mitteleuropa. The province has managed to snare
very little of all this in its web as it passes through. Many have arrived in Ticino
and most have left again, without this avaricious land apparently noticing. Something
has remained, however, yet much has been forgotten.
Varlin (Willy Guggenheim, 1900-1977), Sala d'attesa alla funicolare Signal di Losanna, 1944. Matasci Art Collection, Switzerland. |
Mario Matasci is a
humble historian also in this sense and it is actually here that we find his
farsightedness, the skill that has enabled him to perceive and interpret better
than so many others the sometimes embarrassing paradox that still makes this
land so evanescent, with its scanty native vocation for culture, and that – as
luck would have it – has found itself in the very heart of Europe. This
explains why his collection features one section of works coming from an
Italian-speaking cultural background and another whose roots go deep into the
gloomy Expressionism of the north that has influenced us so strongly, for
better or worse.
The MACT/CACT has
chosen works by three artists in the collection to show on this occasion: Ennio
Morlotti (1910-1992), Varlin (Willy
Guggenheim) (1900-1977), almost as though to show that it was possible to
appropriate the opposites from north and south, and one artist whose ancestors came from Russia (now
Poland): Edmondo Dobrzanski (1914-1997).
Mario Casanova, 2014
[translation Pete Kercher]
Ennio Morlotti (1910-1992), Adda, 1956. Matasci Art Collection, Switzerland. |
ANGOLAZIONI 1. ARTISTI DELLA COLLEZIONE D’ARTE
MATASCI.
Edmondo Dobrzanski, Ennio Morlotti, Varlin (Willy Guggenheim)
Vernissage Sabato 30 maggio 2015 dalle 17:30
30 maggio – 9 agosto 2015
Ve-sa-do dalle 14:00 alle 18:00
Edmondo Dobrzanski (1914-1997), Carla, 1958. Matasci Art Collection, Switzerland. |
ANGOLAZIONI
1. ARTISTI DELLA COLLEZIONE D’ARTE MATASCI è un’esposizione che intende omaggiare il
collezionista d’arte Mario Matasci di Tenero, Svizzera.
Negli ultimi anni il MACT/CACT Arte
Contemporanea Ticino, in ossequio ai cambiamenti in atto per quanto attiene
allo sviluppo della politica culturale a sud delle Alpi, affronta regolarmente
il tema del collezionismo prevalentemente privato. In un’epoca in cui la bolla
speculativa del mercato dell’arte è conclamata e la difficoltà delle
istituzioni museali pubbliche di definirsi Faro dell’Arte, così come di meglio acutizzare
una nuova identità del Museo, mai come ora il collezionismo privato ridiventa
elemento chiave per l’esistenza di una rete coordinata dei differenti poli
culturali pubblici, la cui responsabilità rimane fondamentalmente e
principalmente quella di rivolgersi alla conservazione del patrimonio storico e
alla sua diffusione attraverso meccanismi didattici. Come riconfigurare,
all’interno di questo processo di cambiamento, le attività espositive
temporanee mirate alle acquisizioni di nuove conoscenze e tendenze in campo
artistico da offrire alla crescita intellettuale del pubblico? Il collezionismo
privato ha una forte responsabilità e un notevole impatto circa la mole di
opere acquistate, la cui alta qualità è garantita dalla dedizione, dal tempo,
da coerenza e amore per l’arte e le scelte d’acquisto; qualità, queste, che non
sempre sono ordinate nel sistema istituzionale pubblico.
Varlin (Willy Guggenheim, 1900-1977), Wolz al biliardo, 1944. Matasci Art Collection, Switzerland. |
Mario Matasci è uno dei pochi collezionisti in Ticino con una
Storia che vale la pena di essere evidenziata attraverso una mostra. Egli si
appassiona relativamente presto all’arte, iniziando a raccogliere opere e in
seguito a collezionare e schedare sistematicamente il suo gusto e le sue
visioni personali. Lo fa seguendo prevalentemente il cuore e l’intuito, con i quali
crea una collezione che definiremmo ‘bicefala’. Mario Matasci vive nelle terre
attorno al locarnese e al Lago Maggiore, dove dal tardo Ottocento fino agli anni
Cinquanta del Novecento si erano radicate correnti artistico-culturali europee
estremamente importanti, di cui ricordiamo soprattutto il Monte Verità di
Ascona.
Al di là della presenza di alcuni autori
dell’Ottocento – in particolare Filippo Franzoni, esponente a pieno titolo di
quella ‘fin de siècle’ lombarda e ‘scapigliata’ sviluppatasi anche a queste
latitudini – e delle sue metastasi, Matasci sembra analizzare e concentrarsi
sulle identità storiche del Ticino, una terra che è naturalmente bicefala per la
sua incapacità di fare propria l’identità Elvetica, pur sentendosi
contemporaneamente e non senza difficoltà di cultura italiana. Eppure, il
Ticino, terra d’artisti ‘stranieri’ (di passaporto) e/o ‘straniati’, è (stato)
testimone più o meno consapevole e impotente di fronte al transito osmotico di
grandi nomi della Mitteleuropa dell’arte visiva, del collezionismo d’arte,
della letteratura e delle scienze sociali. Poco è riuscito a fermarsi nelle
trame del setaccio di questa provincia. Molti sono approdati in Ticino, tanti
sono ripartiti senza che questa terra avara se ne fosse apparentemente accorta.
Qualcosa è rimasto, molto è dimenticato.
Edmondo Dobrzanski (1914-1997), Paesaggio sull'autostrada, 1962. Matasci Art Collection, Switzerland. |
Mario Matasci è un umile interprete della
Storia anche in questo senso e proprio in questo aspetto risiede la sua
lungimiranza: cioè la sua capacità di avere meglio di altri percepito e letto il
talvolta imbarazzante paradosso che ancora rende labile questa terra a scarsa vocazione
culturale indigena, e che – per felice fatalità – fu al centro dell’Europa.
Ecco, quindi, che la sua collezione presenta una parte di opere culturalmente
italofona, e un’altra che affonda, invece, le sue radici nel cupo
Espressionismo del Nord e di cui siamo giocoforza intrisi.
Gli artisti che il MACT/CACT ha selezionato dalla
collezione Mario Matasci sono tre: Ennio Morlotti (1910-1992), Varlin (Willy Guggenheim) (1900-1977), quasi a testimoniare un’appropriazione degli
opposti tra nord e sud, e un autore, le cui antiche origini sono russe (oggi
polacche), come Edmondo
Dobrzanski (1914-1997).
Mario Casanova, 2014
Ennio Morlotti (1910-1992), Paesaggio, 1957. Matasci Art Collection, Switzerland. |
Guided Tour, Highschool Bellinzona, Prof. Sara Foletti and
collector Mario Matasci. Wednesday 27th of May, 2015.
Ph. Pier Giorgio De Pinto © PRO LITTERIS Zürich
Some visuals before the opening
Ph. Pier Giorgio De Pinto © PRO LITTERIS Zürich
Guided Tour: ASI Associazione Amici Svizzera-Israele, sezione Ticino. Wednesday 24th of June 2015.
Ph. Pier Giorgio De Pinto © PRO LITTERIS Zürich
Selezione di foto dell'esposizione / Selection of photos of the exhibition
MACT/CACT Suisse enjoys the financial and cultural support of Republic and Canton of Ticino/Swisslos, City of Bellinzona, Friends of MACT/CACT, the Artists. Special thanks are due to Mario Matasci of the Matasci Art Collection for the loan of works that made this exhibition possible.
MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino è sostenuto
finanziariamente e culturalmente da Repubblica e Cantone del Ticino/Swisslos, Città
di Bellinzona, Amici del MACT/CACT, gli Artisti. Un particolare ringraziamento va a Mario
Matasci della Collezione d’Arte Matasci per aver reso possibile la
realizzazione di questa mostra con il prestito delle opere.